L’arte suscita nell’artista una liberazione emotiva ed in chi osserva una forte emozione e/o reazione. Se l’artista riesce ad ottenere una reazione, sia negativa che positiva, significa che ha creato con successo una forma d’arte, che è stato notato.
Quando si tratta di acquistare “arte” (sia che ci si riferisca all’ultimo CD, alla pittura, alla letteratura oppure ai biglietti per il teatro), si dovrebbe in primo luogo soddisfare i propri desideri. ” Non so cosa sia peggio: se osservare acri di cattiva arte e cercare di trovarvi a tutti i costi qualcosa di buono, o aspettare di leggere quello che dicono i critici”.
In questo mondo si ragiona troppo spesso attraverso parametri di vendita, attraverso ciò che si vende meglio e che di solito fa “tendenza”. In realtà dovrebbe essere l’individuo a decidere quale tipo di arte gli dà piacere, considerando anche, o soprattutto, spunti di riflessione emotiva che questo piacere riesce ad offrirgli. Vi sono purtroppo ancora persone poco inclini ad assecondare le proprie preferenze, ve ne sono ancora troppe invece che optano per “una facile via d’uscita” scegliendo ciò per cui i critici impazziscono in quel momento.
Ciò che possiamo ottenere singolarmente da un’opera d’arte non è probabilmente ciò che l’artista inizialmente aveva previsto, ma ci darà comunque una qualche forma di nostra soddisfazione interiore. L “arte” è ciò che si è svolto all’interno del ‘artista durante la creazione originale, la liberazione della passione, della rabbia, la pace, qualunque sia il sentire dell’artista. La cosa grandiosa è che l’arte è aperta alle interpretazioni. “Nessun valore assoluto”.
Un altro aspetto importante di questa filosofia del “laissez – faire” è la paura, in tutti gli osservatori di tutte le forme d’arte, di sbagliare. Questo timore è particolarmente sentito da coloro che hanno dimenticato le grida contro quegli artisti contemporanei che in seguito furono chiamati “grandi”.
Non possiamo permettere che la paura di sbagliare ci impedisca di godere dell’arte. L’arte è arte, quando riesce ad intrigarci, ad incuriosirci emotivamente, quando diventa valore di scambio.