Siamo sicuri che l’ Arte sia sempre simbolo di bellezza buon gusto e belle emozioni?

 Tratto dal blog di  “Nick Kigei”   12 luglio 2010

Loro la chiamano Arte… nel caso specifico il titolo originale è Merda d’ artista, ed è il nome di una opera di un artista italiano, Piero Manzoni, che il 21 Maggio del 1961, “realizzò” e poi sigillò le proprie feci o (cacca o merda) voi chiamatela come volete, in 90 barattoli di quelli usati per la conserva dei cibi.

In ogni barattolo, Manzoni applicò delle etichette con la scritta “Merda d’ artista”, ripetuta in inglese, in francese e in tedesco. L’ etichetta portava anche il peso, ed un numero progressivo che andava da uno a novanta, e quindi la propria firma, che attestava la paternità.

L’ artista, mise in vendita i barattoli di 30 grammi del “proprio prodotto”, ad un prezzo equivalente al loro peso in oro. Tutto questo suscitò un grande interesse, e l’ artista divenne celebre per la sua provocazione, che doveva simboleggiare una rottura radicale con la tradizione artistica del tempo, dando anche un forte segnale che l’ arte moderna stava ormai degenerando e decadendo.

Da questa “opera artistica”, si scatenarono tanti altri “artisti” del tempo, che misero nei barattoli tutte le cose più strane ed impensabili, atte a far parlare di loro. Per esempio, l’ artista-architetto Piero Figura, inscatolo in 100 barattoli, la Nebbia di Milano, come simbolo di aver catturato il “nulla”, e come non pensare ai “napoletani” che inscatolarono l’ Aria di Napoli, da vendere ai turisti stranieri.

Manzoni, viene influenzato sicuramente dal celebre artista Marcel Duchamp, e dalle sue opere “particolari” Ready Mades, che significa “già fatto”. Duchamp, prende un oggetto qualsiasi, e lo sottrae al suo contesto quotidiano, banale. Questo semplice oggetto, viene presentato al pubblico come un opera d’ arte, magari in una mostra o in una galleria d’ arte, tra lo sbalordimento del pubblico osservatore. L’ attenzione si sposterà dall’ oggetto artistico all’ artista, con varie conseguenze di lettura, che vanno dall’ ironico al critico serio ecc.

Una delle opere celebri di Duchamp, appartenenti al Ready Mades è, quella intitolata la Fontana, non è altro che un orinatorio disposto in verticale, che di solito troviamo nei bagno pubblici.

Durante la Biennale d’ arte svoltasi a Carrara, è comparsa in una strada una mega “cacca”, realizzata da Paul Mccarthy, realizzata in travertino e posta davanti alla sede dell’ Accademia delle belle arti. L’ opera, come si prevedeva, ha destato grande stupore insieme a tanta ironia, e addirittura ha suscitato l’ interesse e le attenzioni dello scultore campano Francesco Siani, che all’ alba, ha fatto trovare vicino alla “cacca”, una ramazza ed una paletta in formato gigante, realizzati da lui stesso. L’ opera nel pomeriggio, è divenuta sfondo addirittura per un matrimonio (sembra che porti fortuna agli sposini).

 …e non finisce qui…    “La redazione”

Allo stupore, divertito, iniziale aggiungiamo alcuni dati che portano a ben altre considerazioni:

“Nel Novembre 2005 si era parlato della Merda d’Artista numero 57, venduta a 110.000 euro.

Torniamo sull’argomento per segnalare che Merda d’Artista di Piero Manzoni, questa volta numero 18, è stata battuta all’asta a Milano per 124.000 euro.”

Di fatto con i prezzi battuti alle aste l’arte non ha nulla a che vedere; un quadro va all’asta, così come vi andrebbe un terreno, ovverò verrà venduto non al prezzo reale di mercato, ma a quello che si crede varrà a livello speculativo dopo 10 o 20 anni… Se oggi qualcuno spende milioni in un opera, è perchè crede di poterne ricavare almeno il 20 % in più dopo qualche anno, sono pochi i collezionisti che lo fanno per reale amore dell’arte.

Lasciamo quindi le speculazioni a coloro che non hanno il minimo interesse per l’arte e manteniamo un sufficiente grado di lucidità emotiva per continuare a cogliere quel valore di scambio che l’arte rappresenta.

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